venerdì 7 novembre 2008

PLASTIK'ART

La mia prima mostra d'arte multimediale, dal design alla manipolazione delle resine fenoliche e acetaliche che così non inquinano più. POPARTIKPLAST?

Dite la vostra, e anche quella degli altri

Felicità!

sabato 18 ottobre 2008

SICUREZZA STRADALE & POLITICA dite la vostra


Una politica che salverà i nostri figli

Oggi 09/10/08, in Alba, corso Europa 138/3 presso il mio domicilio,
Si riunisce l’equipe “Un Team per la Vita” formato dalle sopracitate associazioni impegnate per uno sforzo sinergico nella prevenzione degli incidenti stradali, rivolgendosi a tutti i rappresentanti della classe politica che hanno a cuore la vita dei loro elettori e in maggior ragione quella dei più giovani, chiede:

di inserire all’interno dei programmi di ogni campagna elettorale, un progetto forte, ben articolato e divulgato, che contenga una serie di iniziative atte a favorire ogni iniziativa di spessore per un disegno di prevenzione dell’infortunistica stradale.
di designare una persona di riferimento all’interno di ogni schieramento motivata ed esperta in materia di infortunistica stradale, alla quale affidare lo sviluppo del programma (assessore alla prevenzione infortunistica/stradale)
di incentivare un dialogo continuativo e costruttivo con l’équipe che presenta questo documento, in modo da potersi avvalere di plurime esperienze di lunga data impegnate in una battaglia privata per la prevenzione dell’infortunistica stradale
di impegnarsi a proseguire e migliorare tutte quelle iniziative meritevoli già impostate da schieramenti politici precedenti senza azzerare lavori preesistenti anche nel caso di un’alternanza di governo del territorio.
di impegnarsi a ricercare e quantificare le risorse economiche spesso inutilizzate: regionali, nazionali e/o internazionali previste per progetti di prevenzione stradale e convogliarle in uno stanziamento per quelle iniziative “no profit” che presentino programmi innovativi, concreti e validi negli obbiettivi finali prefissati da un’etica non scritta, ma efficace, in modo da rendere operativi i fondi.
di concordare in collaborazione con l’ équipe “Un team per la vita” i parametri per una scelta qualitativa mirata a ottenere un messaggio vigoroso, moderno e persuasivo dei progetti presentati.

Carlo Mariano Sartoris
http://www.handycap.it/

mercoledì 24 settembre 2008

L'ITALIA CHE FU LAVORO




PER COLPA DI UN GIUBBOTTO

Qualche tempo fa ho comperato un auricolare per il mio cellulare. Si è rotto in fretta; non sapevo che era fabbricato in Cina. Qualche tempo fa ho acquistato un piccolo impianto HI FI di nota marca europea. Si è rotto. Ho scoperto che era fabbricato in Cina.
Ho letto Il Milione da piccolo e per me, a quei tempi la Cina era un misterioso paese lontano, poi sono cresciuto e a scuola girava un libretto rosso. La Cina era diventata vicina, ma quel comunismo non mi affascinava affatto. Oggi la Cina è dappertutto ed è una colpa, nostra, vostra, mia.
Mi piace comperare italiano, ho una macchina italiana, avevo una moto italiana, vestivo italiano ed ero sicuro che fosse tutto nostrano: soltanto vent’anni fa. Ero soddisfatto di poter contribuire al lavoro del popolo italiano, forse ero comunista senza sapere di esserlo.
Oggi cerco disperatamente di continuare a far lavorare un operaio nazionale, Dio sa quanto ne ha bisogno. Non vado al mercato per comprare un giubbotto, potrebbe essere cinese. Aspetto il sabato pomeriggio, mi infilo nella mia fedele macchina per lo più italiana e vado in quel grande magazzino che fa tanta pubblicità da anni, un magazzino piemontese, un magazzino italiano. E’ quasi una missione per me, ex designer torinese che, negli anni ottanta, lavorava per tante piccole e medie aziende di pregio che non ci sono più.
Sabato ho comperato due giubbotti, davvero niente male. Sono vanitoso lo ammetto, si vede nella foto. Tornato a casa li ho indossati, mi sono guardato allo specchio e poi, convinto dell’acquisto e del corretto agire, con ingenuità, ho controllato. Fabbricato in Cina, così c’era scritto in inglese. Mi sono sentito stupido.
Non sono un economista, ma sono attento, istruito, forse motivato da ideali e insegnamenti che oggi paiono vecchi, superati. Sono un architetto nato nel ’54, ho due figlie piene di voglia di fare, ma quante poche opportunità in questa penisola trattata male, sempre di più e soltanto in mezzo al mare.
State sbagliando ingordi imprenditori, state svendendo un paese, distruggendo un patrimonio lavorativo e culturale fatto di abilità, cultura, buon gusto, creatività e storia che ha fatto dell’Italia un paese del quale andare quasi fieri.
Avevamo l’Olivetti che fu un esempio di lungimiranza imprenditoriale a cui guardare per far di un esempio un modello di crescita civile e imprenditoriale, avevamo il monopolio degli elettrodomestici, si creavano tessuti di pregio ricercati in tutto il mondo, l’industria del mobile, il design, tante aziende medie che sono andate perse nel gorgo della globalizzazione. Fino ad oggi, oggi che perdiamo una compagnia di bandiera e io scopro di indossare un giubbotto prodotto dall’azienda di un lontano Mandarino italiano.
State sbagliando ingordi imprenditori, ciechi sindacalisti, nervosi uomini politici, succubi italiani.
Stiamo sbagliando tutti, lo sappiamo, lo facciamo per nostra lesta convenienza. Patiremo presto e questa nazione laboriosa, lasciataci in prestito dai nostri figli e in eredità dai nostri genitori si trasformerà in un luogo nervoso, pericoloso e senza identità. Sempre meno patria di sorrisi.
Non ci vuol molto a indovinare il futuro triste. Ormai siamo svenduti, disperati, dispersi. Le nostre aziende sono brasiliane, indiane, russe, arabe e soprattutto, saranno cinesi. Che sarà di noi? Di queste e tante altre cose…
Carlo Mariano Sartoris
http://www.handyscap.it/

domenica 15 giugno 2008

LA SOFFERENZA NEL COLORE E NELL'INFORMALE


ELICOID PARKER
1954 - Litolbul
LA SOFFERENZA DEI DEBOLI E DEGLI EMARGINATI RAPPRESENTATA
DAL GRIDO DELL'INFORMALE
E L'ASTRATTO COMUNICA...
...dove la mano non serve, ma solo
appartenenza...
Un regalo che mi ha fatto un amico

venerdì 30 maggio 2008

DAI PENSIERI DI ELICOID PARKER

immagine di Bansky

Il concetto di progresso, lo sviluppo, la competizione dell'uomo con il suo dio.


Il confronto, la competizione e la predominanza sono comportamenti organizzati e previsti in natura. Si manifestano tra organismi viventi appartenenti alla medesima specie e tra specie diverse.
L’essere umano, in quanto dominante sulle altre forme di vita, e “intelligente”, ha scritto la storia della propria evoluzione attraverso un progressivo sviluppo di sistemi competitivi sempre più organizzati e complessi.
Si tratta di un impulso intrinseco che è strettamente legato al concetto di spazio, tempo e velocità percepito dall’uomo.
All’alba del terzo millennio lo sviluppo del genere umano prosegue con un’accelerazione esponenziale favorita dall’inarrestabile e sempre più globale processo di aumento della velocità dettato apparentemente da poliedriche leggi economiche e di mercato, ma in realtà non si tratta altro che del più recente atto evolutivo dello spirito umano teso e programmato per essere competitivo.
La velocità è uno dei metri di misura della capacità di sviluppo di un singolo così come di una comunità, sia essa semplice o complessa. La competizione è ciò che spinge il genere umano nel proseguire e perseguire la propria evoluzione che, all’interno di un contesto economico e sociale occidentale può essere riassunto nel termine di “progresso”.
Fino a qui si tratta di un’azione dinamica evolutiva, produttiva e di confronto disegnata da progetti macro economici, ma il concetto stesso di progresso, alla luce degli ormai noti e devastanti effetti di questo processo sui delicati equilibri che consentono la vita sul pianeta Terra, impone un momento di riflessione quantomeno filosofica.
Progredire significa seguire un cammino secondo una direzione ben definita, svilupparsi è sinonimo di ingrandire per numero e volume, ma lo spazio-tempo che ci ospita sul pianeta rimane sempre lo stesso, immutato e immutabile (Taj A. Fill).
Il modello di sviluppo della società occidentale ha portato ad un miglioramento della qualità della vita dell’essere umano innegabile ed evidente. La competizione ha rappresentato fino ad oggi, e ancora rappresenta, il motore intellettuale e fisico che spinge in avanti il nostro modello di sviluppo. Grazie alla competizione nella ricerca e nella produzione, nel corso degli ultimi secoli della propria storia l’essere umano si è sempre più avvicinato a quello che forse è l’obbiettivo che lo sospinge: approssimarsi sempre di più a quel mistero del vivere che da sempre è demandato ad un misterioso, inafferrabile disegno, e per questo, identificato come “divino”.
Il progredire della scienza, della ricerca biologica e genetica sta portando l’uomo ad essere in competizione non solo più con se stesso ed i suoi simili ma con quella idea astratta, intrinseca e latente che, dagli albori della sua storia, ha sempre individuato come il proprio creatore, come l’essere superiore. Oggi l’uomo è in competizione con il suo Dio. Aveva quel Dio previsto tutto questo?
L’ironia della questione, condivisa da Alain Alima cozza con gli effetti del progresso di fattura “umana”.
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La competizione, l’accelerazione produttiva, quantitativa e qualitativa hanno portato il genere umano a perdere questa latente sfida con il divino, con l’inafferrabile ipotetico che lo ha spinto a impantanarsi in un sistema produttivo che si può definire “liquido”, impossibile da afferrare, manipolare, ridimensionare.
Il globo terracqueo ci è stato consegnato come un sistema perfetto. La competizione con un sistema già perfetto non poteva portare nessun miglioramento. La strada corretta avrebbe dovuto essere diversa, ma difficile da individuare in un contesto competitivo che risiede tra le pieghe inesplicabili dell’animo umano.
Constatata la sconfitta in una competizione unilaterale e puramente ideologica che ha portato l’uomo a confrontarsi con il pianeta Terra, essendo già previste catastrofiche azioni di ritorno del modello basato su un “progresso” indirizzato verso un obbiettivo non identificato né preciso, oggi, l’intelligenza umana e le sue migliori capacità di elaborazione dello spazio sono chiamate ad una nuova sfida e ad una nuova competizione.
È una gara col tempo che ci resta: impostare un nuovo modello, percepire e individuare nella coscienza del sé e dell’appartenenza al collettivo l’obiettivo di un’altra sfida.
Si tratta di competere esaltando altre peculiarità del cervello umano: consapevolezza dell’azione contraria, senso di responsabilità, e soprattutto, istinto di sopravvivenza.
Gli spazi per una nuova competizione sono ampi. Breve è il tempo per intraprenderli.
Una sana competizione verso procedimenti di riconversione dei processi produttivi e dello sviluppo in genere, inteso come eco sostenibile non è solo auspicabile, ma necessaria.
La sfida è ampia e ancora in embrione. Questa volta però, l’obbiettivo di un nuovo progresso è noto, è dettato dalla presa di coscienza che non si può sconfiggere un sistema perfetto, ma adoperarlo in maniera armonica e “consapevole”, sì.
Vi è molto spazio per ipotizzare scenari ottimistici o catastrofici, pronosticare il futuro tra pessimismo e speranza; difficile è indovinarli se non si vuole interpretare profezie umane e bibliche.
Di certo la competizione che ha portato l’uomo fino alla creazione della vita e dell’intelligenza artificiale senza per questo vincere la sfida con il Re del mondo, non è previsto, né prevedibile che si possa arrestare.

Ciò che sopraffine menti filosofiche, intellettuali e religiose si auspicano è: che la competizione si indirizzi verso modelli di riconversione, di “avviluppo”. Forse solo così l’uomo potrà finalmente pareggiare una sfida che non può vincere: affiancarsi ad un progetto stabile e non competitivo che dirige e regola un sistema in movimento e in velocità ben più ampio dei confini del nostro sapere. Un progetto ancora indecifrabile, irraggiungibile almeno per ora, un progetto matematico infinito, universale, al quale sentiamo di appartenere, ma non siamo certi che lo sappia.
http://www.handyscap.it/
G. Elicoid Parker 2007 - Centro studi Guttmann - TORINO
carlo mariano sartoris

venerdì 16 maggio 2008

PREVENZIONE - SICUREZZA STRADALE


Da un’iniziativa della Pro Loco di Pollenzo,
del Presidente dello Studio 13, “Tore” Milano
e dell’Architetto Carlo Mariano Sartoris,
presso lo Spazio Eventi Di Pollenzo,
con il patrocinio de:
la Regione Piemonte, La Provincia di Cuneo, la Città di Bra,
prende vita la seguente iniziativa dedicata ad una maggiore informazione
sulla sicurezza stradale:

L'incidente non è un evento naturale,
ma un episodio quasi sempre provocato da un errore umano.
Proposta per un
movimento di estremo “realismo” informativo – educativo
sul valore della vita e la fragilità del corpo

Mercoledì 28 maggio, ore 21
presso lo Spazio Eventi di Pollenzo


Premessa

In un contesto sociale e culturale che si caratterizza per una progressiva decadenza di valori legati alla consapevolezza dell’appartenenza ad un insieme in movimento, dove il rispetto e il valore del tempo destinato al naturale percorso della vita è superato da nuovi miti, dove le notizie di morte prematura e violenta per cause”accidentali” sono cronaca quotidiana, dove le asettiche statistiche non vengono affiancate da adeguate proposte efficaci e alternative, prende consistenza una iniziativa culturale che si propone di trasmettere messaggi forti e incisivi, allo scopo di distribuire una cognizione della fragilità del corpo, dell’unicità e del valore della vita.

L‘argomento prescelto è circoscritto alla strage quotidiana che si consuma sulle strade, dove ogni anno perdono la vita 9000 persone e, dei 300.000 feriti, 25.000 rimangono gravemente segnati, sbriciolando progetti di vita, famiglie intere e affettività.
È una guerra nota, ma poco osteggiata, eppure produce sofferenze grandissime ed elevati costi sociali. Continuare ad esaminarla senza produrre efficaci progetti di contenimento è un inspiegabile, anacronistico controsenso di una società che si proclama evoluta.
Tra le tante iniziative: dissuasive, tecnologiche, repressive, educative, si vuole inserire un processo di consapevolezza sul quale impostare una dialettica nuova, continuativa e in maggior misura informativa.

L’iniziativa prende forma dalla sinergia di competenze tra associazioni che si impegnano da tempo di sicurezza stradale e testimoni di drammatiche esperienze, vittime di incidenti e depositari del duro percorso del reinserimento nel collettivo sotto forma di portatori di handicap. Il coordinatore è da 21 anni completamente paralizzato, impegnato da tempo nella prevenzione e fortemente motivato.
Il ruolo di ogni testimone è centrale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi proposti.


Obiettivi:

Tendenza incidenti zero, per arrivare ad evitarne almeno uno, seguendo un percorso divulgativo alternativo centrato sul coinvolgimento finale degli organi d’informazione.
Sensibilizzazione da parte dei testimonial di quanti in genere sono preposti a interessare i potenziali nuovi martiri della strada (ad esempio: insegnanti per quanto riguarda la prevenzione scolastica)
Coinvolgimento di nuovi testimonial interattivi non interessati da lutti o lesioni dirette, ma a contatto con il caso della fragilità del corpo, in grado di descrivere chiaramente gli effetti di un impatto, non sulle lamiere, ma sugli occupanti: tecnici ortopedici che ricostruiscono arti, neurochirurghi che ricompongono teste e spine dorsali, medici di reparti rianimazione, medici legali, impresari di pompe funebri.
Creazione di un programma dinamico rivolto ad interessare la consapevolezza di fragilità e semplicità di morte attraverso incontri e messaggi video non filtrati da obsolete forme di ipocrisia, ma chiari, diretti, dissuasivi.
Promuovere un contatto diretto della problematica da parte dei mass media che non abbiano il timore di affrontare un movimento di informazione cruda, realistica e analitica, con tanto di “moviola”… laddove il caso lo richiedesse.


Programma per il primo convegno sul “Realismo informativo” di massa.
Non saltuario, ma continuativo
organizzato dalla Pro Loco di Pollenzo (CN)

Sulla linea progettuale del programma esposto, mercoledì 28 maggio 2008 alle ore 21, presso
Lo Spazio Eventi di Pollenzo ( CN) si terrà la prima adunanza su informazione diretta preventiva

(occhio non vede, cuore non duole)

Saranno attori della iniziativa ad invito:

Un paio di testimonianze dirette, genitori che hanno perso un figlio, amici di ragazzi che sono mancati.
Testimonianza di chi recupera le vittime. Ufficiale dei Vigili del Fuoco di Bra, Personale ambulanziere di Bra.
Non si discute sulla dinamica del sinistro, ma soprattutto sui danni fisici.
Testimonianza di fisioterapisti – ergoterapeuti – medici rianimatori e neurochirurghi di unità spinali e traumatologiche. Aderisce Silvio Galfione, di Savigliano, tenico ortopedico specializzato in arti artificiali
Testimonianza dell’associazione SEGNAL’ETICA e CSV Cuneo, presente Alberto Botta, invito a Giorgio Groppo
Invito a personaggi della pubblica amministrazione impegnati da tempo nella prevenzione: Simona Rossetti, On. Costa…ecc
Invito a redattori di giornali, giornalisti e TV regionali:
Coordinatore: Carlo Mariano Sartoris, architetto e scrittore, invalido da 21 anni, promotore del progetto, impegnato nella prevenzione stradale da molti anni.

Nel corso della serata:

Proiezione del breve, ma efficace filmato francese “Des vies brisées” prodotto dal Centre Hospitalier Paul Coste Floret di Lamalou les Bains, FR. con testimonianze dure e dirette. Un esempio di come affrontare frontalmente la problematica dell’informazione realista.

Proposta del relatore sulla formazione di una agenzia di informazione che si occupi di prevenzione come se si trattasse non di uno spot pubblicitario, ma come una trasmissione, un programma televisivo attraverso il quale veicolare messaggi articolati e compiti, lasciando lo spazio per spot pubblicitari che promuovono veicoli sicuri o sistemi di sicurezza.

Distribuzione di una scheda con una serie di domande da compilare alla fine dell’incontro, per avere una risposta dal pubblico e sulle quali trarne delle indicazioni sociologiche (domande da concordare con una figura preparata in psicologia comportamentale)

Filmare lo svolgimento della serata stessa per poi montare un video da distribuire nelle scuole, nelle discoteche, nei luoghi di aggregazione giovanile a scopo didattico e dialettico.

Conferme di presenza da parte di: gestori di discoteche e studenti almeno rappresentanti di classe ai quali verrà consegnato il DVD sul quale produrre a loro volta una discussione in classe da concordarsi con gli insegnanti, professori delle scuole medie superiori della provincia che intendono collaborare a un progetto di informazione e presa di coscienza del valore della vita e della fragilità del corpo

lo scopo del coinvolgimento del personale scolastico è auspicato in funzione del progetto di un concorso che abbia come soggetto l’argomento trattato da sviluppare nelle scuole.

Il concorso pronostica elaborati sviluppati in ambito scolastico. Il bando si prevede per l’anno scolastico 2008 -2009.

SEGUIRA’ INFO…..

lunedì 7 aprile 2008

STRANE SCIE NELL'ARIA... REALTA' O FANTASIA?







abito un panoramico attico a chieri, vedo molto lontano, metà dell'arco alpino.
su internet viaggiano voci e strane immagini di aerei che volano sull'europa e modificano il clima con sostanze chimiche.
l'argomento è stato anche trattato in tv da ''voyager'', non vi ho dato troppo credito, poi...
qualche sera fa, ho fotografato strane scie di velivoli a quota nubi che hanno ''aperto'' varchi in breve tempo.
non volevo crederci, ma i jet non virano 3 per volta, nè passano paralleli in 2 ... non so che dire...le scie sono rimaste a lungo, poi, di notte, in cielo vi era una nube bianchissima notata da numerose persone.
non sono un fanatico, suggestione, fanta-scemenza? le foto non rendono bene, ma c'è di che rimuginare.


per vedere bene le scie, soprattutto le tre a sinistra è necessario ingrandire l'immagine, assomigliano molto a quelle che viaggiano nella rete.